mercoledì 10 febbraio 2016

LE DAME DI SAN VINCENZO DELLA 194

Un iscritto alla nostra associazione ha voluto partecipare a titolo personale, il 28 febbraio, all’incontro di un gruppo di donne del vecchio coordinamento sulla legge 194, per valutare se era possibile una qualche forma di collaborazione sulla problematica del diritto all’aborto, visto che stavamo preparando da alcune settimane un nostro dossier sull’impraticabilità dell’IVG all’ospedale di Jesi.

Nei giorni seguenti, come già programmato, abbiamo reso noto il documento sul nostro sito e il relativo comunicato stampa, pubblicato da alcuni giornali locali. Quando il nostro iscritto si è recato al secondo incontro del 5 febbraio, che doveva servire per preparare il comunicato stampa comune del giorno dopo e ha riferito che era un membro della LEDA, il clima è subito cambiato ed è iniziata una sistematica avversione verso qualsiasi proposta e informazione che veniva fornita dal nostro iscritto. 

Alla fine dell’incontro poi, il nostro aderente è stato sottoposto, da una loro emissaria, ad una specie di interrogatorio dal tono inquisitorio e poliziesco, finalizzato a sapere di quale associazioni era membro, perché non aveva collaborato con loro negli anni precedenti, perché aveva pubblicato un comunicato stampa senza averle informate (sic!) e via sproloquiando.

L’impressione è stata quella di una specie di “club esclusivo” in cui le redini del gruppo sono in mano a una sola persona, più un cerchio di altre 3-4 che la supportano e fanno quadrato intorno ad essa: il resto conta assai poco, serve solo per fare mucchio e chi non si adegua viene estromesso. 

La nostra associazione (un gruppo che si occupa anche di altre tematiche) ha lavorato sempre con un approccio razionale e in autonomia, rifiutando i riti stantii e gli schemi borghesi di certe congreghe pseudoprogressiste che da 30 anni a Jesi monopolizzano cultura e politica e impediscono di percorrere strade diverse. Il nostro torto è quello di non aver mai aderito a “collettivi” o impresentabili ammucchiate: anche in questa occasione siamo stati subito individuati come un pericoloso concorrente che spezza la loro egemonia, una minaccia al monopolio e al controllo assoluto che questi “club riservati” vorrebbe avere su ogni tema, compreso quello dell’aborto.

Nonostante il rammarico per quanto successo, il giorno dopo il nostro socio si è recato al Palazzo dei Convegni subito dopo la conferenza stampa, come segno di buona volontà e di collaborazione. Era presente un gruppetto di 6-7 donne e quasi tutte hanno iniziato ad aggredire verbalmente, denigrare e deridere il nostro iscritto, con ogni tipo di commento sprezzante e svilente (una in particolare alzando la voce in maniera minacciosa): per circa venti minuti sembrava di essere piombati sul set di un film tipo “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, ma forse visto il livello e le modalità dialettiche, assomigliava più a una commedia all’italiana di serie B…

Sentire frasi come “ci comportiamo così perché siamo streghe”, pronunciata dalla “leader” con ghigno inquietante, è stato illuminante: pensavamo che fosse un repertorio archeologico morto e sepolto, invece abbiamo constatato che questa citazione sarcastica dal gusto retrò (che ci ha ripiombato indietro di 40 anni) è ancora in voga… Di sicuro non è da annoverare tra gli “scherzetti”, visto che la festa di halloween è passata da un pezzo…

La prima cosa che ci preme sottolineare è il buon grado di “emancipazione” di queste donne, tanto che hanno già iniziato a imitare alla perfezione quei comportamenti da “branco” che dicono di  denunciare e combattere da decenni e che ritengono una peculiarità dell’uomo.

In realtà persone di questo tipo hanno una caratterizzazione piuttosto definita: si tratta di nostalgici residuati di vetero femminismo inacidito, che gravitano nell’area politica pseudoprogressista di partiti marci e criminogeni come il PD (al governo con quelle destre che farebbero tabula rasa di molti “diritti” conquistati dalle donne), SEL, frattaglie di ex partitini pseudocomunisti, sedicenti gruppi libertari, sindacati parassitari e consociativi come la Cgil, associazioni fantasma di ogni tipo, gruppi culturali zombie, associazioni di sole donne, alcune con una profonda avversione per il genere maschile, che denotano problematiche psicologiche irrisolte, una sorta di sindrome da risarcimento.

Quanto avvenuto non  ci ha sorpreso più di tanto, perché sono fenomeni che si vanno manifestando e consolidando da diversi anni. D'altronde è inevitabile che se per oltre mezzo secolo si insiste in maniera maniacale e univoca sui diritti delle donne - sul fatto che sono degli esseri speciali (molte donne ormai sostengono apertamente di essere superiori agli uomini), che hanno diritto a qualsiasi facilitazione, concessione, privilegio e quote rosa come risarcimento per i torti passati, che sono migliori degli uomini, che con loro tutto diventa più bello, più puro e giusto - si creano dei mostri dall’ego smisurato che non vedono più i loro limiti e che in un completo delirio di onnipotenza credono di poter dire e fare qualsiasi cosa, tanto sanno che chiunque osi esprimere delle critiche potrà essere bollato come maschilista, reazionario o persino stupratore potenziale, come già successo.

Si tratta di una impostazione ideologica retrograda e interclassista, nel senso che ha sostituito alla lotta di classe contro il comune “nemico” capitalista, la lotta di genere delle donne di qualsiasi classe contro l’uomo “oppressore”.

La legge 194 è diventato un feticcio e a questi gruppi interessa relativamente che le altre donne possano usufruire dell’IVG: si tratta piuttosto di ottenere qualche scampolo di visibilità, di riemergere per un po’ dal loro conformismo culturale e sociale, dal loro torpore e decadenza borghese…

Le loro riunioni sono più che altro dei raffinati salotti e le loro iniziative non sono forme di lotta dirette e incisive, ma “eventi” omologanti, massificanti e anestetizzanti: gruppi facebook, flash mob, conferenze con politici e operatori medici locali, Feste delle donne e via inebetendo … Insomma, una brodaglia alla Boldrini e alla Fabio Fazio, tossica e indigeribile…

E adesso, dopo aver violato tre dogmi ultraborghesi in una volta sola - quello femminista, quello della pseudo sinistra radical chic e quello del politically correct - attendiamo, come una medaglia al petto, la scomunica della loro chiesa e del loro clero, anche questo, come quello cattolico, in gonnella, ma di “genere” diverso…

LE.D.A.
LEga per la Depenalizzazione dell’Aborto